Signori passeggeri, prima del decollo vi diamo alcune informazioni .. sull’uso delle maschere per l’ossigeno, il giubbotto ……

Signori passeggeri, prima del decollo vi diamo alcune informazioni ..
sull’uso delle maschere per l’ossigeno, il giubbotto ……

S - Vie d'esodo 1_Pagina_1_Immagine_0001 … ritornello che, per chi viaggia in aereo, è in automatico; per chi si imbarca su una nave, per più di una semplice traversata, si hanno le indicazioni, spesso “filmate”, su come allacciare il giubbotto di salvataggio e per recarsi al “ponte lance” … (per viaggi più lunghi dovrebbero esserci  simulazioni di abbandono nave …); non risultano istruzioni per i viaggi in pullman, treno, in auto (salvo qualche vettura nella quale oltre la luce spia ed il cicalino una voce ricorda “allacciare le cinture” o nega l’avviamento se, almeno quella del guidatore, non lo è)

Istruzioni ed esercitazioni sono previste nelle scuole, negli uffici e qualche altro caso, ma dovrebbero esserci …… anche nelle altre attività … perchè non ci sono ?

Perchè non ci capita mai di vedere, ed essere coinvolti, in una “esercitazione” in un ospedale, in un museo, in un supermercato o centro commerciale, in un albergo, in un teatro o cinema, in una stazione aeroportuale o ferroviaria, ecc. ?   Vengono fatte …… ma quando non c’è nessuno, solo con  il personale in addestramento e nello scernario irreale  dell’esercizio vuoto;  perchè ?

Quando si è imbarcati, in un aereo con i portelli chiusi ed in una nave che ha salpato, non ci si può salvare dai ritornelli e non si scappa; ma, andarlo a fare in un ambiente “pubblico”, coinvolgendo “il pubblico” si rischiano 2 fenomeni : 1° lo sgomento, che può generare paura individuale e rischio di panico, 2° una repulsione, anche da insofferenza alla costrizione, e la disaffezione all’esercizio.

In pratica quello che avviene su un aereo o su una nave è un rituale che, accompagnato dagli opportuni altrettanto rituali scongiuri, fa parte del viaggio; se accade in scuola, ufficio, ecc. “è previsto dalla legge” e, comunque, viene svolto in ambiti “omogenei”, con preavviso, preparazione ed in forma “lenta e soft”; se avvenisse in terraferma, nel luogo ove stiamo a godere della distrazione, del rito dello shopping, o siamo in un luogo della sofferenza, diventerebbe una shoccante secchiata d’acqua sullo stato d’animo a tutt’altro dedicato, con conseguenze solo negative; nessun esercente è disposto ad assumersi questo rischio; e poi, diciamocela tutta, …. porta sfiga …..S - Vie d'esodo 2_Pagina_1_Immagine_0001

Ma, dall’altra parte, il rischio dell’evento negativo c’è (terremoto, incendio, “bomba dì’acqua”, ecc.), ed i luoghi citati, proprio per il numero, la disomogeneità, le caratteristiche dei presenti, sono i più esposti  alla degenerazione comportamentale ed alla sue conseguenze; non essere preparati ad affrontarlo con un sistema è come andare a visitare alcuni Paesi dell’Africa o dell’Asia senza aver provveduto ad alcune vaccinazioni preventive e senza aver preso atto di alcuni comportamenti basilari da osservare anche quando si cammina in strada; il rischio non diminuisce e la paura non la si esorcizza chiudendo occhi ed orecchie.

Il problema si concentra in 2 punti : 1° la mancanza di una cultura (conoscenza, coscienza ed etica) personale, sostenuta da un po’ di esperienza e di contatto con la realtà del rischio; 2° la mancanza di una capillare organizzazione del sistema sicurezza in ogni ambiente ed attività frequentata, cominciando dall’ambiente domestico e dal condominio e finendo al mega centro commerciale.

Quale è il senso di sicurezza che percepiamo quando entriamo in uno di questi luoghi pubblici ?ª

Muovendoci liberamente, sappiamo ove ci troviamo ed orientarci su quale sia il percorso da fare (non il “torniamo indietro” che può rivelarsi il peggiore) per raggiungere una uscita di piano, per imboccare una via di esodo, il percorso che ci conduce al luogo sicuro esterno ?

Vediamo sempre una segnaletica chiara che ci indirizzi ?

Abbiamo visto, e magari una volta esaminato, delle piante con i tracciati d’esodo e le indicazioni del comportamento da tenere in emergenza, di quali sono i segnali di avvertimento ?

Rileviamo la presenza del personale addetto alla Safety ? (non i vigilantes della Security)

Ci sarà una comunicazione vocale da altoparlanti, o diretta da personale che informa termpestivamente, fornisce dati ed istruzioni in tempo reale, organizza ed accompagna le operazioni di protezione e di evacuazione ?

Nelle stazioni, nei supermercati, nei centri commerciali ed in mille altri luoghi abbondano grandi schermi televisivi che continuano a trasmettere, a ciclo chiuso, réclame, notizie, ecc. – potrebbero essercene almeno alcuni che danno, periodicamente, informazioni ed istruzioni comportamentali sulla Safety e, in emergenza, diventare elemento di informazione, coordinamento e direzione ?S - Vie d'esodo 3_Pagina_1_Immagine_0001

Si è visto che la sicurezza è basata su 2 fattori :

1° : una preparazione personale, mentale (per il mantenimento dell’autocontrollo) e cognitiva (per avere una capacità di valutare e di agire

2° : un sistema attivo di gestione ambientale presente ed attuato dal responsabile dei luoghi.

Facciamoci una domanda : siamo in un supermercato, siamo con un bambino di 1 anno e mezzo in passeggino e stiamo cercando un detersivo; circa tre corsie più in la il nostro coniuge sta mettendo nel suo carrello, sul quale è seduta una bambina di 5 anni, dei pacchi di pasta : scatta l’allarme :

  1. A) quali sono, nell’ordine, le prime 5 azioni che faccio io :

A 1ª ………………………………….

A 2ª ………………………………….

A 3ª ………………………………….

A 4ª ………………………………………

A 5ª ……………………………………….

  1. B) quali sono, nell’ordine, le prime 5 azioni che fa il mio coniuge :

B 1ª ………………………………………

B 2ª ……………………………………..

B 3ª ………………………………………

B 4ª ………………………………………

B 5ª ……………………………………..

 

Mandate le vostre risposte a : info@asda-rm.org

Vi risponderemo e sarà utile confrontarci

 

Tempo fa’ fu redatto un “Manualetto delle Vie d’Esodo” che fa parte dei “Sussidi Didattici”

dei Corsi termatici tenuti da A.S.D. per A.S.D.A.