Le porte TGF (TaGliaFuoco) , TF (TagliaFumo) e le UE (Uscite di Emergenza) negli archivi e nelle biblioteche (specie se in edifici storici)

      La funzione di una chiusura, porta, portone, ecc., classificata per resistenza al fuoco e per resistenza al fumo è : opporsi al passaggio dell’incendio e dei suoi reflui nocivi : fiamma, calore, fumo, gas tossici ed aggressivi – in attenzione al Requisito essenziale 2 Sicurezza in caso di incendio (1) del CPR,. Regolamento Prodotti da Costruzione.

E’ una funzione di protezione passiva che si espleta su due fronti : il sezionamento destinato a contenere l’incendio ed ad impedirne la propagazione, e la protezione delle vie d’esodo, orizzontali e  verticali, che costituiscono i percorsi attraverso i quali si può abbandonare l’edificio e si può portare soccorso dall’esterno.

I valori di prestazione per la “tenuta” sono espresse in termini temporali (minuti) sui parametri di riferimento : R (stabilità meccanica), E (tenuta al passaggio di fumo e gas caldi), I (isolamento termico alle temperature d’incendio), W (contenimento dell’irraggiamento termico), S (tenuta ai fumi – freddi/caldi); ai quali si possono aggiungere le qualificazioni per : M (durabilità meccanica), C (autochiusura), eventuale Classe antieffrazione, ecc., da addizionare, poi, ove necessario, ai requisiti dovuti per le applicazioni “in esterno” (facciata – sotto marcatura CE del serramento) per resistenza alla spinta del vento, per permeabilità all’aria, tenuta all’acqua, isolamento termico, abbattimento acustico, ecc., ecc.).

La legislazione nazionale sulla sicurezza contro gli incendi si basa su disposti a carattere generale ‚(2) : con regole tecniche che tracciano le linee orizzontali della sicurezza generale antincendio, e su disposti a carattere specifico che indicano regole tecniche, verticali, da applicare per le singole categorie di attività soggette alle verifiche di prevenzione incendi (3); dall’incrocio dei due sistemi, e con l’aiuto della Regola dell’Arte, si hanno le indicazioni di riferimento per le porte e le chiusure TGF, TF ed UE da impiegare : classificazione, locazione, dimensioni, versi di apertura, accessori essenziali, ecc.; quali sono, allora, i problemi ?

      Si opera in edifici storici – le strutture murarie non sempre consentono un ancoraggio facile e confacente a quel tipo di chiusure, e su vani di dimensioni non modificabili  come, ad es., un vano porta in un muro composito, di elevato spessore, incorniciato da imbotte in marmo, od in una parete affrescata); a volte sono necessari dei sezionamenti, delle chiusure che devono dividere vani di grande ampiezza come, ad es. una galleria, un corridoio, magari con soffitto a volta affrescata e con stucchi; in ambienti anche confinati a livelli sotterranei od in sottotetti; con i pavimenti possono non essere regolari, a volte sono in legno; eccetera, eccetera.

I carichi d’incendio sono spesso elevati (si arriva ad oltre 5000 MJ/m² nelle Biblioteche e si superano i 7500 MJ/m² negli archivi (4)) e le prescrizioni arrivano a far prevedere resistenze al fuoco anche a Classe 180 se non addirittura 240 … ; in alcuni casi le chiusure TGF devono integrarsi con sistemi di protezione attiva i quali richiedono la chiusura tempestiva pilotata dell’ambiente a tenuta di gas (impianti del genere); talora la porta deve svolgere anche una funzione di garanzia in security e per resistenza almeno alla prima effrazione e per controllo della chiusura del varco; importantissimi l’estetica, l’impatto ambientale e, spesso, la visibilità.

I locali sono anche sontuosi, a volte interessati da imponenti opere d’arte lignee che contengono ricchezze storiche ed editoriali uniche, anche su più piani balconati con scale in vista; in pievi e piccoli centri possono essere solo poche od un’unica stanza, ma il problema incendio è ovunque incombente come è importante il controllo dell’atmosfera ambientale per la conservazione e la preservazione delle raccolte.

Il Tecnico che deve inserire le chiusure specialistiche deve, di conseguenza, operare si con la tecnologia della sicurezza, ma deve saperla integrare con lo spirito dei luoghi; quali sono i punti su i quali può agire ?

Per la compartimentazione il primo gioco è la delimitazione perimetrale del comparto, ove trovare la collocazione delle chiusure dei varchi che permettano di “chiudere” l’area che deve dimensionale contenere (per tipologia del supporto, per possibilità di ancoraggio anche con un eventuale controtelaio; per le dimensioni del serramento, il suo verso di apertura, ecc.); la regola tecnica indica le singole superfici massime, il Tecnico deve tracciarne il perimetro contenendo i tragitti per raggiungerne le uscite che devono essere distribuite ed adeguate all’indice di affollamento in esso raggiungibile.

I comparti possono essere contigui e, quindi, permettere dei “travasi” da uno all’altro, organizzati secondo un piano di esodo “progressivo” ma devono sfociare in una porta di piano dalla quale si accede al percorso (sicuro – protetto) di esodo che consente di arrivare al luogo sicuro esterno; questo percorso ha tratti orizzontali e, ben spesso, tratti verticali = scale (raramente rampe) e la sicurezza antincendio delle scale (protette od a prova di fumo), in edifici storici, presenta sensibili difficoltà.

Gli edifici storici che ospitano bliblioteche ed archivi sono, generalmente di origine pubblica, di governo, di corporazioni, nobiliari, ecclesiastici; gli ambienti sono disposti “in successione” l’uno a seguito dell’altro e, salvo che in conventi, non si hanno “corridoi” indipendenti di collegamento; il collegamento verticale vede uno scalone principale, o d’onore, (a volte percorribile anche a cavallo) che da accesso al piano nobile e può proseguire per gli appartamenti, a volte una ampia scala nobile riservata a questi ultimi, e, poi, scale di servizio spesso anguste ed a chiocciola.

Archivi e Biblioteche hanno spazi diversificati, tolti gli uffici e le attinenze (laboratori di riproduzione e di restauro, servizi, ecc.) , sono, essenzialmente : i locali di raccolta e di conservazione dei documenti – le sale di consultazione, i primi o “aulici” o modernizzati od addirittura compattati (armadi e classificatori mobili multipli), le seconde raccolte per rari amatori o vaste per accogliere schiere di studiosi e di studenti; tra i due un “sistema” di intermediazione per il prelievo, la messa a disposizione, la sorveglianza ed il rientro del documento messo a disposizione per l’osservazione (operazioni che, per la delicatezza di alcuni reperti, possono assimilarsi al maneggio delle munizioni dalla santabarbara ai cannoni di una corazzata).

Da una parte un quantitativo alto, altissimo, di materiale estremamente fragile, altamente infiammabile e già sensibile al calore, debolissimo contro gli attacchi di fumi e di gas (e di quanto in essi contenuto per acidi ed altre sostanze altamente aggressive), quindi da conservare in volumi strettamente controllati atmosfericamente e protetti passivamente e dall’altra la necessità di accedere ad esso e, quindi, esporlo in un ambiente “normale” (anche se condizionato) anche questo da proteggere ugualmente contro l’incendio:

in più, in ogni caso assicurare a chi occupa quegli ambienti : l’area archivi (gli addetti = un numero limitato di persone) e l’area consultazioni (possono esservi molti presenti) adeguate vie di fuga ed uscite di emergenza.

Ci si deve aspettare di operare con la ricerca dei percorsi, che potranno essere lunghi e tortuosi, costretti su scale interne strette e non aerate; l’intervento non può che essere di una prima cautela di base tesa a proteggere, contemporaneamente, anche i beni : ventilare.

Sfruttare tutte le possibili “correnti d’aria” che possono risultare per moti convettivi orizzontali innescabili tra facciate opposte con differenze sfruttabili di temperatura, esposizione, pressione atmosferica, ecc.; utilizzare i “camini” esistenti od inseribili, per estrazione verticale naturale o forzata; avere anche estrattori puntuali, anche con canalizzazioni, per sfogo da singoli ambienti.

Quanto più i locali sono chiusi, sotterranei, con accessi dimensionalmente limitati, tanto maggiore deve essere portato il ciclo delle ventilazione con l’estrazione bilanciata dall’immissione (la coppia di canali, tubi, anche affiancati o coassiali, per liberare l’ambiente dai reflui nocivi. E se si vuole avere un sistema di spegnimento che richiede l'”ambiente stagno” i condotti di ventilazione potranno essere chiusi e gli estrattori fermati “dopo” la avvenuta evacuazione delle persone [bisognerà preoccuparsi anche della chiusura delle porte di sezionamento e di protezione]

Riassumendo : porte TGF e TF da scegliere accuratamente non solo per la classificazione per resistenza al fuoco e tenuta di fumo ma per attabilità alle condizioni di inserimento nell’opera per dimensioni, ancoraggi, impiego in uso ed in emergenza; con l’estetica dovuta al rispetto ambientale.

Saranno utili le soluzioni con parti vetrate, integralmente vetrate, anche a parete vetrata; le porte in legno potranno avvicinarsi al sapore dell’arredo originario, le porte in acciaio possono essere dipinte e decorate in tono ed in riproduzione di opere d’arte e del decoro ambientale.

Le vie d’esodo interne sfoceranno in U.E. aggettanti su luogo sicuro esterno a piano di evacuazione che potrebbe essere non solo quello terreno, stradale, ma potrebbe aversi su terrazzi, contrafforti od anche elementi costruttivi adiacenti raggiungibili  con ponti …… incombustibili …  Potrebbero essere installate scale esterne ma difficilmente edifici storici accettano queste soluzioni [vedi il capitolo illustrativo specifico], ed allora si potrebbe sopperire con i sistemi di sfollamento (specie verticale) alternativi [vedi il capitolo illustrativo specifico]: in ogni caso sarebbe opportuna la migliore segnaletica attiva = con strisce di led a tracciante luminoso (accensione progressiva ripetuta) a livello zoccolino indirizzanti alle uscite di piano, a loro volta fiancheggiate da strisce di led lampeggianti a richiamo.

Per il nuovo; oramai da decenni sono attive Ditte di Archiviazione che raccolgono il materiale cartaceo che deve essere conservato, di banche, società di assicurazioni, istituti pubblici e privati, ecc., ecc. e lo “ordinano” in depositi, in capannoni di centinaia di migliaia di metri cubi, suddivisi in celle, occupate da scaffalature giganti, che fungono da enormi accumulatori di materiale cartaceo ordinato ed eventualmente movimentato meccanicamente.

Sono essenzialmente depositi della memoria che servono a rispetto testimoniale di contratti, polizze, mutui, ecc., che potranno rimanere in giacenza teoricamente anche per sempre (come d’obbligo, ad es. per i contratti agrari) e che probabilmente nessuno sfoglierà mai più.

Ovviamente in questi depositi valgono le regole di sicurezza antincendio vigenti, con i dispositivi di prevenzione attiva (rivelazione, ventilazione in evacuazione, spegnimento. ecc.) e passiva, tra i quali portoni, porte e cortine per il sezionamento, la protezione delle vie d’esodo e le uscite di emergenza.

La parte “attiva” di questi archivi raccoglie documenti soggetti a consultazione e sfrutta le tecnologie oramai raffinate di riproduzione (comuni a molte biblioteche ed archivi storici) – dagli antichi microfilm sfruttati e diffusi per la consultazione dei giornali degli anni scorsi, alle riproduzioni digitali “al vero” di codici; un processo che separa il documento dal mondo, gli evita l’abbandono dell’atmosfera e dell’ambiente controllato nel quale viene immesso per la sua conservazione, gli evita il contatto con l’atmosfera comune e le mani, anche se protette da guanti, del “maneggiatore”, gli evita di essere sfogliato, eccetera, eccetera.

A fianco degli archivi e delle biblioteche che conservano gli “originali” abbiamo archivi e biblioteche che ne conservano le “immagini” registrate su nastri, dischi, memorie compattate, ecc.; è la tecnologia che si adotta per le caselle delle e-mail, delle memorie dei computer e delle banche dati;l’archivio on line è servito da una nuova tipologia di complessi ove le macchine elettroniche sostituiscono gli scaffali e gli armadi, si eliminano gli spostamenti di oggetti, i collegamenti sono esclusivamente via telematica.

Presuppongono operazioni preliminari complesse e delicate : la “traduzione” dell’originale cartaceo, su pergamena, ecc. in un “file”, con trasferimenti,passaggi e “maneggiamenti” assai condizionanti, l’impiego di scanner ed altri “lettori”, ecc.  e che pongono nuovi problemi per la sicurezza antincendio (quelli che ponevano i vecchi CED e che si trovano negli analoghi complessi prima citati.

A favore una minimale presenza di personale, quindi maggior facilità a predisporre vie d’esodo ; contro : il rischio di ignizione per la quantità e la complessità delle apparecchiature elettriche, cavi, ecc., ecc. ; da aggiungere il problema della necessità a “refrigerare” le macchine con sistemi di ventilazione (addirittura in alcuni casi ricorrendo anche a gas liquefatti) e, di conseguenza, una attenzione continua, manutenzione e rischio per malfunzionamenti ed arresti di questo elemento essenziale.

Non ultimo il rischio di emanazione, in caso di incendio, di gas, fumi e di sostanze aggressive e tossiche che possono essere sviluppate dalla combustione dei componenti delle apparecchiature (rivestimenti di cavi, supporti sintetici, metalli volatili e combustibili, ecc.).

Non avremo più la figura emblematica 01 dell’archivista che soffia via la polvere su un vecchio manoscritto o 02 del professore che sfoglia il volumone che probabilmente pesa più di lui, scanner industriali permetteranno di far vedere su uno schermo l’antico papiro, la pergamena miniata e magari la Bibbia di Borso d’Este 03 , gli originali riposeranno al sicuro; vedremo tutto ma potremo avere sempre meno il contatto fisico che unisce e coinvolge l’opera al suo cultore.

  1. a) la capacità portante dell’edificio possa essere garantita per un tempo determinato
    b) la generazione e la propagazione del fuoco e del fumo al loro interno siano limitate
    c) la propagazione del fuoco a opere di costruzione vicine sia limitata
    d) gli occupanti possano abbandonare le opere di costruzione o essere soccorsi in altri modo
    e) si tenga conto della sicurezza delle squadre di soccorso
  2. D.M. 10/03/1998 Criteri generali di sicurezza antincendio e la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro
        DPR del 01/08/2011 n° 151 Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, ai sensi dell’ ………………….
        D.M. 09/05/2007  Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio ed L.C. del 17/07/2007 prot 4921 e L.C. swl 31/03/2008 per indirizzi applicativi e linee guida
        D.Lgs 09/04/2008 n° 81 Testo unico per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
        Regolamento CE per i Prodotti da costruzione
        L.C. 26/10/2011 Prot. 14005  Prevenzione e vigilanza in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro  
  3. DPR del 30/06/1995 Regolamento concernente norme di sicurezza antincendio per gli edifici di interesse storico-artistico destinati a biblioteche ed archivi.
        D.Lgs 22/01/2004 n° 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi ……
        D.M. del 20/05/1992 n. 569 Regolamento contenente norme di sicurezza antincendio per edifici storici e artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre
  4. La carta ha potere calorifico di 17,5 MJ/kg (la patinata arriva a 21,5 MJ7kg); per libri e fascicoli si  assume il valore medio di 17 MJ/kg – il peso specifico varia da 700 a 1150 kg/m³; per libri rilegati si può assumere il valore medio di 1000 kg/m³, per i fascicoli “sciolti” 600 kg/m³